Gli oli della Campania

Gli oliveti di Antonino Mennella a Serre (SA)

La Campania è una delle regioni italiane dove la tradizione dell’olivicoltura è più radicata. L’olivo venne introdotto nella regione grazie ai greci ed ai fenici, che iniziarono ad impiegare l’olio sia per scopi alimentari che per ricavarne preziosi unguenti e profumi. Questi popoli erano soliti omaggiare le divinità bruciando dell’olio; una tradizione che non è andata perduta, come testimonia il dono annuale di olio extravergine a San Gennaro nell’attuale Napoli. Anche l’Impero Romano ebbe un ruolo importante nella diffusione della pianta. Sono numerosi gli affreschi ritrovati all’interno delle ville di Pompei che hanno come protagoniste scene di olivicoltura. Ad oggi, la produzione di olio extravergine di oliva in Campania si è consolidata, grazie all’evoluzione delle tecniche impiegate.

L’olivo è elemento caratterizzante il paesaggio e l’economia della regione: non stupisce che la Campania sia attualmente la quarta regione del nostro Paese per quantità di olio prodotta (il 7,5% della produzione nazionale), preceduta solamente da Puglia, Calabria e Sicilia. Sono circa 72.000 gli ettari coltivati ad oliveto; un dato che porta la regione ad essere la sesta, in Italia, in termini di superficie destinata agli olivi. La produzione di olio nel territorio è  un importante elemento di salvaguardia dell’ambiente, perché concentrata in aree collinari a rischio di smottamenti. Gli olivi contribuiscono a mettere in sicurezza tutto il territorio campano.

Olivi ai piedi del Castello Aragonese di Ischia

A stupire è la ricchezza del patrimonio varietale, costituito da più di 60 cultivar autoctone. Le varietà più conosciute sono OgliarolaRavece, diffuse soprattutto nella provincia di Avellino, e Rotondella, Nostrale, Biancolilla, Carpellese e Pisciottana, tipiche del salernitano. I terreni di origine vulcanica, il clima temperato (frutto della presenza del mare) e le estati calde caratterizzate da poca pioggia sono fattori determinanti per l’ottima resa in olio dei frutti.

Lo spirito autentico della Campania viene espresso al meglio nei dieci oli extravergini di oliva a Denominazione di Origine Protetta (DOP) : tre, di cui attualmente si fregia (Colline Salernitane, Cilento e Penisola Sorrentina) già riconosciuti dalla Comunità Europea, tre (Colline Caiatine, Irpinia Colli dell’Ufita e Terre Aurunche) approvati dal Ministero delle Politiche Agricole e due (Terre del Clanis e Terre del Matese) al momento in fase istruttoria.

Nel 2016 è nato il Comitato Promotore dell’olio extravergine di oliva Igp Campania, con l’obiettivo di tutelare l’olio extravergine prodotto all’interno della regione. “La nascita del Comitato Promotore Igp olio extravergine – come dichiarato da Alfieri, consigliere del Presidente della Regione Campania De Luca per l’Agricoltura – pone le basi affinché uno dei comparti di primaria importanza per il territorio campano possa contribuire a rilanciare concretamente una delle nostre eccellenze attraverso maggiori tutele alla filiera olivicola e valorizzando le nostre produzioni”.

Il premio Sirena d’oro

L’importanza della Campania nel settore dell’olio extravergine è evidente anche dalla scelta di Sorrento (anticamente detta Terra delle Sirene) come sede per l’annuale rassegna nazionale “Sirena d’Oro“, un appuntamento fisso che si svolge a Marzo. In tale occasione vengono premiati i migliori oli Dop italiani tramite giurie di assaggiatori provenienti da tutte le regioni olivicole d’Italia. Con il Premio è nato il mese dell’olio dop in Campania, un intero mese dedicato agli oli dop durante il quale si svolgono convegni e dibattiti in tutte le aree olivicole, un importante “Salotto dell’olio dop” a Napoli, corsi di assaggio, ma soprattutto degustazioni aperte al pubblico e appuntamenti con la grande ristorazione alla scoperta della tradizione gastronomica campana, rigorosamente condita con olio dop.

Gli oli della Campania sono apprezzati in tutto il mondo perché rappresentano paesaggi e tradizioni del territorio. Sono parte integrante dei sapori di questa terra: basti pensare al filo d’olio sulla famosa margherita, su di una mozzarella di bufala o alle conserve di San Marzano, per poterne cogliere tutta l’essenza.

Mozzarella di bufala campana ed olio extravergine di oliva a crudo, l’abbinamento vincente

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