L’Italia è una terra antica rigogliosa di oliveti: alberi testimoni della nostra storia che sono veri e propri monumenti. Questi olivi secolari prendono anche il nome di “olivi monumentali” perché sono opere d’arte naturali simbolo del nostro territorio. In quanto beni di grande valore storico-paesaggistico, sono tutelati dalla legge. Ma quali sono gli olivi secolari più famosi?
L’olivo monumentale
Per la Legge regionale pugliese sulla “Tutela e Valorizzazione del paesaggio degli Olivi della Puglia” un olivo è monumentale quando la pianta ha un’età plurisecolare. E da cosa si deduce l’età? In questo caso dalle dimensioni del tronco. L’Art.2 della Legge spiega che per essere un olivo monumentale, la pianta deve avere un tronco con un diametro uguale o superiore ad un metro. Le misure vengono prese ad un’altezza di un metro e trenta dal suolo, in modo tale da standardizzare il procedimento. Se il tronco risultasse danneggiato, non ci sarebbero problemi nelle rilevazioni: la Legge stabilisce che, in caso di tronco “frammentato”, il diametro è quello complessivo, ottenuto ricostruendo la forma teorica del tronco intero.
La Legge definisce anche altri criteri per la monumentalità: la rarità della pianta nel territorio, il legame ad un evento storico rilevante e l’essere sia oggetto di interesse per gli studiosi del settore che di turismo per gli appassionati del verde.
I più famosi
Gli olivi secolari nel nostro Paese sono molti; di seguito un elenco di quelli più famosi e anche più facili da raggiungere. Alcuni hanno delle storie veramente particolari. Molti si trovano nel Salento, l’antica Magnagrecia, ma si possono trovare in tutta Italia.
A Magliano (Grosseto), nel giardino della Chiesa di Santissima Annunziata, si trova l’Olivo della Strega: un olivo della varietà Olivastra Seggianese alto 4 metri e con un’età (presunta) di 1770 anni! Nel Medioevo, si credeva che le streghe maremmane si ritrovassero per i riti sabbatici ai piedi dell’olivo. Il nome della pianta infatti deriva dalle raffigurazioni sul tronco (oggi non più visibili) e sui rami riportanti la faccia di una vecchia, la figura di un gatto ed il profilo di una donna dai lunghi capelli.
L’olivo di Macciano a Giano dell’Umbria (Perugia), è un olivo dal tronco del diametro di 2 metri e mezzo e cinque metri di altezza da terra. L’olivo è venerato dagli abitanti del luogo perché si narra che, al suo tronco, vi si fosse appoggiato Francesco d’Assisi. L’olio ottenuto era per questo utilizzato come medicamento e per le lampade votive.
A Bovara, frazione di Trevi, sempre in provincia di Perugia, si trova uno degli olivi più vecchi d’Italia, l’Olivo di Sant’Emiliano. La leggenda narra che l’albero fu testimone del martirio di Sant’Emiliano durante la persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano.
A Canneto Sabino, vicino Rieti, troviamo l’Ulivone, uno degli olivi più antichi dell’Europa. Un albero di Olivastro dell’epoca di Numa Pompilio. Alto 14 metri e con un tronco di 7,2 metri che produce oltre 8 quintali di olive all’anno!
In Puglia si trovano gli olivi più imponenti di Italia. A Strudà, tre olivi secolari tutti vicini: La Regina, Lu Barone e La Baronessa. Nei pressi, a Borgagne c’è l’albero più vecchio d’Italia: Lu Matusalemme.
U’ Tata Rannu (“il grande padre” in dialetto calabrese) si trova a Rossano Scalo, in provincia di Cosenza. Sembra che l’olivo fosse piantato da coloni greci in fuga dall’esercito di Ciro Il Grande.
Infine nel comune di Tempio Pausania (Olbia-Tempio), si trova l’Olivo di Luras. Una pianta di 3000 anni dalle dimensioni impressionanti (la chioma supera i 20 metri di diametro e l’altezza di 14 metri). Gli isolani lo chiamano anche Grandhe donnumannu, “il grande nonno”.
L’albo degli olivi monumentali
Esistono molti altri olivi millenari in Italia che sono stati censiti e registrati nell’elenco degli alberi monumentali, compilato dal Corpo Forestale dello Stato nei primi anni ’80. In una terra come la nostra, così come le opere d’arte hanno bisogno di tutela, anche gli olivi monumentali italiani necessitano di cura, perché testimoni della nostra Storia. Nel 2013, una normativa nazionale ha regolato la tutela degli alberi monumentali, fino a quel momento lasciata alle specifiche leggi regionali. E’ stato così definito un vero e proprio patrimonio nazionale olivicolo.