L’olio extravergine di oliva italiano arriva dalla Tunisia?!

Olio extravergine di oliva italiano con olive provenienti dalla Tunisia. Purtroppo non si tratta di uno scherzo o di una svista. Un’argomento delicato che continua far discutere perché nonostante una campagna olearia delle più fiorenti l’Italia continua a importare d’oliva dalla Tunisia. A fronte di una produzione di 435mila tonnellate di olio evo40mila tonnellate di olio tunisino sfuso hanno varcato i nostri confini negli ultimi mesi.

L’Unione Europea ha annunciato qualche tempo fa che entro il 2019 saranno aboliti i dazi per l’importazione di olio nordafricano in Europa. Un ulteriore smacco per il nostro Paese. La Tunisia infatti non solo potrà continuare ad importare olio in Italia ma potrà farlo addirittura gratis.

Una beffa per produttori e consumatori di olio extravergine di oliva italiano

Una notizia che ha fatto arrabbiare e non poco i produttori di olio evo di tutta Italia. L’immissione di sempre più ingenti quantità di olio dai paesi del Nord Africa costringerà infatti le aziende a vendere il loro olio extravergine di qualità ad un prezzo inferiore. Se non si prendono provvedimenti in difesa della nostra olivicoltura frantoi storici che fanno della produzione di olio extravergine di oliva italiano il loro vanto rischieranno di chiuderanno i battenti.

Olio extravergine tunisino prodotto in condizioni igienico sanitarie precarie

Anche i consumatori di olio extravergine di oliva devono fare attenzione. In alcuni casi gli oli che arrivano dalla Tunisia non sono oli di qualità. Molto spesso vengono realizzati in condizioni igienico sanitarie al limite della decenza e trasportati in condizioni altrettanto precarie. Tutto questo inficia le qualità organolettiche dell’olio e mette a rischio la salute del consumatore. Ma a farci ancora più arrabbiare è il fatto che questi oli, che di italiano hanno ben poco, siano spesso marchiati con la dicitura “Olio della UE” o peggio “Olio extravergine di oliva 100% italiano”.

Un vero e proprio inganno

Un cosa talmente grave da aver destato anche l’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato). La Magistratura sta infatti indagando per accertare il rischio che si verifichino vere e proprie frodi a danno dei consumatori. Perché l’olio della Tunisia non solo non può essere spacciato per olio extravergine di oliva italiano ma quando è miscelato con quello italiano deve essere ben chiaro che si tratta di un blend di oli d’oliva originari dell’Unione Europea e non.

Obbligo di indicare per legge in etichetta la provenienza comunitaria dell’olio extravergine

A mancare è la trasparenza. Dal 2009 vige l’obbligo di indicare per legge l’origine dell’olio evo in etichetta. Sulle bottiglie di olio vendute nella grande distribuzione però è raro trovare la scritta: “miscele di oli d’oliva comunitari e non comunitari”. Così ignari acquistiamo olio nordafricano credendo di portare in in tavola olio d’oliva italiano.

Quando acquistiamo olio extravergine di oliva facciamo sempre attenzione a cosa portiamo a casa. Controlliamo l’etichetta e compriamo sempre olio extravergine di oliva italiano. Solo in questo modo possiamo dare il nostro contributo per fare dell’olivicoltura italiana il nostro motivo di orgoglio nel mondo. Per un ulteriore approfondimento sul tema leggete il nostro articolo dedicata a “Come leggere le etichette dell’olio extravergine d’oliva”.

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