L’olio extravergine di oliva è una delle eccellenze enogastronomie italiane più apprezzate a livello internazionale. Ma l’Italia non è l’unico Paese a vantare una produzione di olio evo d’eccellenza. Gli ettari di oliveti coltivati in tutto il pianeta sono centinaia di migliaia. I Paesi che producono olio extravergine nel mondo sono ben 58, suddivisi tra Europa, America, Asia, Africa e Oceania. Per questo vogliamo esplorare il panorama olivicolo interazionale alla ricerca delle nazioni che si distinguono per il loro oro verde.
L’olio extravergine in Europa
Il bacino del Mediterraneo rappresenta la culla dell’olio extravergine di oliva in Europa. Grazie al clima mite e alla temperatura favorevole il 98% della produzione di olio extravergine nel mondo ha sede proprio qui. A farla da padrone sono gli stati europei che da soli racchiudono più del 70% della produzione mondiale. A primeggiare è la Spagna, seguita dall’Italia e dalla Grecia.
l primato dell’olio evo spagnolo
La Spagna detiene da tempo il primato come maggiore produttore di olio extravergine nel mondo. Le tonnellate di olio evo realizzate nell’ultima campagna olearia (2016-2017) hanno superato quota 1 milione. La Nazione è infatti l’unica a soddisfare il fabbisogno interno di olio extravergine. Grazie ad un clima particolarmente favorevole l’olivicoltura fiorisce in tutto il territorio. Ma le regione dove la coltivazione delle olive è più intensa è l’Andalusia. Le provincie di Jaen e Cordoba da sole presentano più della metà degli oliveti spagnoli.
Come per gli oli extravergine del nostro Paese anche quelli iberici sono tutelati dal marchio Dop. In tutto il territorio nazionale troviamo 29 Dop di cui 12 nella sola Andalusia. Le cultivar autoctone sono più di 300. Tra le più conosciute troviamo l’Arbequina. Piuttosto resistente al freddo e alla salinità del territorio, ha un produttività precoce, elevata e costante. La maturazione delle olive avviene tra fine ottobre e metà novembre e in frantoio ha un ottimo rendimento. Il suo gusto è armonico e tendenzialmente molto delicato. Altra cultivar molto popolare è Picual. Una varietà che si adatta con facilità a terreni e climi diversi e ha un rendimento ottimo e abbondante. Il suo gusto è delicato, con sensazioni amare poco pronunciate. Ciò che caratterizza i migliori extravergine spagnoli è il connubio tra quantità e qualità. L’obiettivo è infatti quello di raggiungere traguardi di eccellenza con costi limitatamente contenuti.
L’olio extravergine di oliva italiano
Olio extravergine di oliva e Italia sono legati da una storia millenaria che è iniziata ben 4.000 anni In Sicilia. L’olio extravergine italiano si distingue per la sua quantità e qualità. La nostra produzione annua si aggira attorno alle 200mila tonnellate di olio che proviene principalmente dalla Puglia, dalla Toscana, dalla Sicilia e dalla Calabria. Ma il vero punto di forza della produzione olearia nostrana è la sua estensione da nord al sud. Le cultivar autoctone sono infatti oltre 500 e le Dop 42.
Le varietà di olive più note e apprezzate in tutta la Penisola sono il Frantoio, il Moraiolo e il Leccino. La cultivar Frantoio ha origini in Toscana ma è la più diffusa in Italia e nel mondo. Molto sensibile al freddo, produce ottime quantità di olio extravergine se affiancata ad altre varietà come il Pendolino, il Maurino e la Mignola. Il suo profumo è medio-intenso con note di amaro e piccante nette ma in equilibrio. Il Moraiolo è la varietà regina dell’Italia centrale, la troviamo in Toscana, Lazio e Umbria. Resiste molto bene alla siccità ma è sensibile al freddo. Il suo gusto è vegetale e sapido, con punte di amaro e piccante persistenti ma ben equilibrate. Altra varietà molto apprezzata è il Leccino. Tipica della Toscana è diffusa in tutto il territorio nazionale. Molto tollerante al freddo ha un gusto morbido e avvolgente, con note di amaro e piccante in equilibrio.
Un’altra eccellenza italiana sono le Dop. In Sicilia troviamo le Dop Monte Etna, Val di Mazara e Valli Trapanesi. La Puglia comprende la Dop Dauno e le Dop Terra di Bari, Terra d’Otranto e Terre Tarantine. In Campagna la Dop Colline Salernitane, Penisola Sorrentina, Terre Aruniche e irpinia Colli d’Eufita. Mentre la Toscana spicca per le Dop Chianti Classico, Terre di Siena, Lucca, Seggiano e Toscano. Queste sono le regioni dove si concentra la maggiore produzione di olio extravergine certificato. Ma tutta la nazione è ricca di piccoli produttori di olio evo di altissima qualità.
L’olio extravergine di oliva in Grecia
Tra i maggiori produttori di olio extravergine nel mondo figura anche la Grecia. La Nazione spicca per un consumo di olio extravergine a persona di circa 15 kg l’anno. Un segno inconfutabile di quello che l’oro verde rappresenta per il suo popolo. Secondo la mitologia l’olio extravergine è il dono che Atena fa agli Ateniesi come simbolo di speranza e di pace. La Nazione ha da sempre l’habitat più adatto per lo sviluppo della sua pianta sacra. L’olivo fruttifica rigoglioso su un terreno sassoso e arido. Le regioni con la maggiore vocazione olivicola sono il Peloponneso, Halkidiki, Kritis, Delphi e le isole dello Ionio e dell’Egeo.
Le cultivar autoctone sono solo 28 e tra le più note troviamo la Konservolia. Molto resistente al freddo necessita di abbondanti quantità di acqua per rendere al meglio. La sua produttività è elevata ma non costante e le olive maturano mediamente tardi. Altra cultivar molto apprezzata è la Koroneiki. Una varietà di olive piuttosto resistente alle alte temperature ma molto sensibile al freddo. I suoi frutti maturano molto rapidamente e producono olio extravergine in modo costante durante tutta la stagione. Grazie a queste e alle altre cultivar greche nell’ultima campagna olearia sono state prodotte circa 260mila tonnellate di olio extravergine di oliva.
L’olio extravergine nel mondo
Gli europei non sono però gli unici ad apprezzare e consumare olio extravergine di oliva. L’oro verde rappresenta una risorsa di immenso valore anche in America (Argentina e Cile), in Asia (Siria e Turchia) e in Africa (Marocco e Tunisia).
L’olio extravergine in America
La maggior parte dell’olio extravergine di oliva americano si trova nella parte sud del contiene. Cile e Argentina la fanno da padroni con una produzione annua che varia tra le 15mila e le 16mila tonnellate di olio evo.
Argentina: la nazione oggi rappresenta l’1% della produzione di olio extravergine nel mondo ed è il primo produttore fuori dal Mediterraneo. L’olio evo è un’importante risorsa per il Paese tanto che una legge lo ha proclamato alimento nazionale e il 24 maggio si celebra la giornata nazionale dell’olivicoltura. In tutto il territorio sono presenti decine di migliaia di oliveti. 27 mila sono gli ettari coltivati nelle provincie di Mendoza, Cordoba e Buenos Aires a cui se ne aggiungono 63 mila tra le aride valli delle provincie di Catamanca, la Rjola e San Juan.
Le cultivar totali sono più di cento ma quelle autoctone sono 14. La maggior parte dell’olio extravergine proviene da varietà di olive europee come l’Arbequina, la Coratina, il Frantoio, la Barnea, la Manzanilla e la Picual. Tra le cultivar autoctone più note c’è l’ Arauco che prende il nome dalla Valle di Arauco a nord della regione. La sua forma ovale e il suo sapore forte ed equilibrato ne fanno una delle vareità più apprezzate del Sud America. Altre cultivar locali con una buona resa d’olio sono la Changlot Real, l’Empeltre, la Fraga, la Catalana e la Sevillana.
Cile: un’altra eccellenza dell’olio extravergine nel mondo. La maggior parte dei produttori di olio fa parte dell’associazione ChileOliva. L’olivicoltura del Paese è nata grazie a Josè Cànepa, un’immigrante ligure giunto a Santiago nel 1946 dove coltiva 86 ettari di oliveti diffondendo la coltura nella Regione. I primi grandi numeri arrivano però negli anni novanta e ad oggi gli ettari di oliveti coltivati sono 25 mila, con 70 realtà produttive e 40 frantoi attivi sul territorio.
Le cultivar nazionali sono 30 di cui quelle locali solo tre. Le varietà di olive coltivate arrivano principalmente dall’Italia e dalla Spagna e le più diffuse sono la Coratina, il Frantoio, il Leccino, la Picual e l’Abequina. Proprio quest’ultima è diffusa in tutto il territorio e presente nel 70% dell’olio evo cileno.
L’olio extravergine in Asia
Un ruolo chiave nella produzione di olio extravergine di oliva in Asia è giocato dalla Siria e dalla Turchia. La produzione annua di questi due Stati varia dalle 110 alle 150mila tonnellate.
Siria: questa terra è considerata da molti come la madre patria dell’olivicoltura. la produzione dell’olio extravergine è un settore chiave dell’economia locale. Oltre 300 mila famiglie producono olio, il numero degli olivi si aggira intorno ai 93 milioni e la superficie coltivabile è di circa 70 mila ettari. La maggior parte degli oliveti si trova nel nord ovest del Paese, nella provincia di Aleppo e Idlib ma gli ulivi sono distribuiti lungo tutta la costa. La produzione siriana supera il consumo locale e l’olio extravergine viene esportato principalmente in Europea, in Svizzera e nell’Arabia Saudita.
Le cultivar locali sono 37 di cui 33 autoctone e le principali sono note con nomi diversi a seconda del luogo di coltivazione. Le più tipiche sono Al Zeti, Al Soraini, Al Daabili , Al Khoderi e Kaisy. Proprio quest’ultima è una delle più apprezzate, con frutti di forma sferica e maturazione precoce, molto resistenti al freddo. Accanto ad essere ci sono molte altre varietà locali che presentano caratteristiche sensoriali spiccate a seconda dell’olio finale.
Turchia: L’olivicoltura turca ha origini molto antiche. Le prime tracce della sua presenza risalgono agli scritti sacri del 6.000 a.C. Gli olivi dislocati lungo tutta l’Anatolia sono 180 milioni e gli ettari di terreni coltivati 815 mila. La produzione olivicola si concentra nelle zone montuose, intorno alle città di Aydın, İzmir, Muğla, Balıkesir e Brusa nell’Egeo e Marmara nell’Anatolia sud orientale. Il clima con lunghe estati calde e il benefico influsso del mare ne fanno l’habitat perfetto per l’olivo.
Le varietà di olive coltivate sono 76 mentre le cultivar autoctone 64 diffuse in tutto il territorio. Le cultivar principali dell’Egeo sono la Ayavalik, il Cakir, il Cekiste, il Cilli e il Domat. Nella regione di Marmara troviamo varietà di olive Celebi, Gemlik, Karamursel e Samanali. Mentre sulla costa mediterranea prevalgono le varietà Buykut, Topack Ulak, Sari Hasebi, Sari Ulak e Travasan Yuregi. L’Anatolia sud orientale è invece la patria delle varietà di olive Egri Burun, Kalembezi, Kan Celebi, Killis Yaglik, Nizip Yaglik e Yag Celebi.
L’olio extravergine in Africa
Marocco e Tunisia rappresentano al meglio l’olio extravergine africano nel mondo. Questi Stati vantano una produzione di olio evo di tutto rispetto che varia dalle 130 alle 140tonnellate.
Marocco: l’olivicoltura rappresenta un settore in forte crescita in tutto il territorio nazionale. Il governo locale vuole infatti fare dell’olio extravergine di oliva un simbolo del Paese a livello mondiale. Numerosi progetti di sostegno agli olivicoltori locali e a supporto delle cultivar locali sono stati avviati negli ultimi anni. L’ulivo è tra le piante più presenti in tutto il territorio e le condizioni climatiche e ambientali sono molto diverse da zona a zona. Tre sono le aree di principale produzione. La prima si trova nell’estremità orientale dal Paese e ospita circa la metà degli oliveti nazionali. La seconda tra il nord e le montagne e la terza completamente a nord dove ha sede un terzo del patrimonio olivicolo turco.
Il numero esatto di varietà autoctone è poco conosciuto e si basa su varianti dello stesso tipo di olive. La cultivar più diffusa è la Picholine del Marocco che è presente in più del 90% degli oliveti nazionali. Mentre le tribù montane coltivano delle varietà locali che derivano le loro peculiarità dalle caratteristiche del territorio. Nei pressi di Mekenes troviamo la Mesalaia, nella regione di Taza la Noukal. Vicino a Sefrou la Bouchouika e nella regione di Chefchaouen la Hamrani.
Tunisia: è tra i maggiori produttori di olio extravergine nel mondo, sopratutto per quanto riguarda l’esportazione. Quest’ultima ha infatti raggiunto le 75mila tonnellate nell’ultimo anno, ponendo il Paese subito dopo la Spagna e l’Italia. L’olivicoltura tunisina ha origini antiche ma uno sguardo sempre rivolto al futuro. Il 30% della superficie coltivabile è destinata agli olivi che rappresentando all’incirca il 15% della produzione agricola totale. Oggi le piante di olivo sono 88 milioni, distribuite su 1 milione e 800 mila ettari di terreni coltivati. Le regioni centrali sono quelle con la maggiore vocazione olivicola, ma anche a nord e al sud ci sono impianti importanti.
Le cultivar totali sono 102 di cui 63 tipicamente tunisine. Tra queste le varietà di olive più note sono la Chetoi, che si trova principalmente a nord e la Chemlei che cresce nell’area centro orientale e lungo la costa. Altre 2 cultivar non autoctone ma che si sono perfettamente ambientate al clima locale sono la francese Picholine e la spagnola Manzanilla.
Il nostro viaggio alla scoperta dell’olio extravergine nel mondo si conclude qui. Abbiamo scoperto che il panorama olivicolo interazionale è ampio e variegato e che da nord a sud del pianeta sono tantissime le Nazioni che hanno fatto dell’olio evo di alta qualità il loro prodotto di punta. Un segno evidente di come l’oro verde ricoprirà un ruolo sempre più importante a livello planetario.